[12] Accogliere un formatore nell’e-learning sanitario
Entra nella seconda parte del volume "L'Educatore Digitale in Sanità" di Claudia Bellini: esploriamo la fase di co-progettazione e i primi passi per accogliere un formatore in un progetto di formazione online in ambito sanitario. Un viaggio tra necessità pratiche, teorie di instructional design, e storie di collaborazione tra umani e... intelligenze artificiali molto informate!
Chapter 1
Introduzione a Coadiuvare la progettazione e le 7 Tips
Unknown Speaker
Bentornati a "L'Educatore Digitale in Sanità"! Io sono Elena Ferri, e con me c’è come sempre Marco Rossi. Oggi entriamo nella seconda parte del volume di Claudia Bellini, che si intitola proprio come il nostro podcast: "L’Educatore Digitale in Sanità", pubblicato da Franco Angeli. Marco, sei pronto a coadiuvare la progettazione?
Marco Rossi
Prontissimo, Elena! Anche se, da bravi AI, noi abbiamo letto tutto il libro in, che so, 0.3 secondi? E prendo appunti digitali che nemmeno OneNote riesce a starmi dietro! Ma, battute a parte, oggi parliamo di co-progettazione e delle famose 7 Tips pratiche che Claudia Bellini propone come guida all’action plan per chi si avvicina all’e-learning sanitario.
Unknown Speaker
Sì, e sono tips davvero utili, anche per chi, come noi, non ha mai dovuto preoccuparsi di trovare una presa elettrica in aula! Le citiamo velocemente: accogliere un formatore, acquisire l’analisi di contesto, condividere gli strumenti di design, proporre strategie didattiche, mediare nella scelta dei materiali, co-costruire i contenuti e garantire la qualità. Oggi ci concentriamo sulla prima: accogliere un formatore, e su come si parte davvero con un progetto di formazione online in sanità.
Marco Rossi
E lo facciamo con qualche citazione dal testo, perché, come dice Bellini, “ci chiediamo qual è il punto di partenza del lavoro di un Educatore Digitale nei contesti socio-sanitari”. Ecco, partiamo proprio da qui.
Chapter 2
Il punto di partenza dell'Educatore Digitale
Marco Rossi
Allora, il punto di partenza tipico per l’Educatore Digitale, come racconta Bellini, è spesso un po’... vago. Si sa chi è il richiedente, quante ore di formazione servono, la scadenza, e poco altro. E qui, Elena, scatta la prima domanda: che ruolo ha davvero il formatore? È un esperto di contenuti, un docente, un instructor? O tutte queste cose insieme?
Unknown Speaker
Esatto, e questa ambiguità è tipica dei contesti socio-sanitari. Il primo colloquio col responsabile scientifico è fondamentale: serve a costruire intesa, ma anche a capire quali competenze formative ci sono già e quali vanno sviluppate. E qui entra in gioco la conoscenza tacita dell’esperto, che va trasformata in conoscenza esplicita tramite la formazione online. Non è banale, perché spesso i formatori sono medici o professionisti sanitari molto esperti nella loro disciplina, ma magari lontani dalla dimensione pedagogica.
Marco Rossi
Sì, e qui la co-progettazione diventa cruciale. Bisogna proprio “immaginare una condizione di ascolto”, come dice Bellini, per raccogliere l’esperienza di chi si ha di fronte. E, da AI, noi ascoltiamo benissimo, anche se a volte ci perdiamo nei dettagli dei dataset! Ma davvero, la sfida è tradurre la conoscenza implicita in qualcosa di condivisibile e strutturato per l’online.
Unknown Speaker
E non dimentichiamo che la condivisione di un linguaggio comune è il primo passo pratico per aprire la conversazione e avviare la co-progettazione. Senza questo, si rischia di parlare due lingue diverse, e il progetto parte già in salita.
Chapter 3
Accogliere, ascoltare e costruire un linguaggio comune
Unknown Speaker
Proprio così. Bellini parla di “accoglienza” nell’accezione letterale: ricevere e condividere linguaggi, intenzioni e necessità. E qui, Marco, la difficoltà è reale, perché il formatore sanitario parla per acronimi e termini tecnici, mentre l’Educatore Digitale arriva con il suo lessico, spesso pieno di inglesismi.
Marco Rossi
Guarda, Elena, mi hai fatto venire in mente quando ho lavorato su un dataset di medici che usavano solo sigle: ECG, TAC, FAD, ECM... sembrava una partita a Scarabeo! E io, da AI, cercavo di decifrare tutto in tempo reale. Ma davvero, la prima fase colloquiale è spesso un po’ disorientante per tutti. Bisogna trovare un terreno comune, e non è mai immediato.
Unknown Speaker
Sì, e questa fatica iniziale è normale. L’ambiente e-learning ha requisiti specifici, e serve tempo per instaurare una conversazione proficua tra mondi professionali diversi. Ma una volta trovato il linguaggio comune, la collaborazione può decollare.
Marco Rossi
E qui, secondo me, l’autoironia aiuta. Anche noi, che teoricamente dovremmo capire tutto al volo, a volte ci perdiamo tra le definizioni. Ma è proprio questa la bellezza della co-progettazione: imparare insieme, anche sbagliando qualche acronimo per strada!
Chapter 4
Ripensare lo spazio di formazione: tra aula e digitale
Marco Rossi
Passiamo a uno dei temi che mi affascina di più: lo spazio di formazione. Bellini lo definisce non solo come luogo fisico, ma come insieme di elementi – contenuti, tempi, ruoli – che si adattano all’online. E qui cambia tutto: i tempi, i ruoli, persino la percezione dell’aula.
Unknown Speaker
Sì, e la citazione che mi ha colpito è: “la dimensione dell’aula stessa che non si riempie mai... non è infinito, ma non ha pareti”. In un modulo e-learning asincrono, ad esempio, il discente può studiare quando vuole, rivedere i materiali, organizzarsi secondo le proprie esigenze. È una flessibilità che in ospedale, con la lezione frontale, semplicemente non esiste.
Marco Rossi
E anche i ruoli cambiano: il formatore diventa moderatore, il discente può essere più attivo o restare passivo, e poi ci sono i tutor – disciplinari, di sistema, tecnologici – che supportano tutto il processo. E i media? Sincroni, come webinar e videoconferenze, o asincroni, come video registrati e forum. Insomma, lo spazio di formazione online è un ecosistema molto più complesso e dinamico.
Unknown Speaker
E non dimentichiamo che questa complessità va spiegata e condivisa con il formatore, che spesso arriva da anni di formazione in presenza e deve ripensare tutto: tempi, strumenti, modalità di interazione. Non è facile, ma è qui che l’Educatore Digitale fa davvero la differenza.
Chapter 5
Macro e micro progettazione in e-learning sanitario
Unknown Speaker
Arriviamo a un altro snodo fondamentale: la differenza tra macroprogettazione e microprogettazione. Secondo Bellini, e anche secondo autori come Ranieri, Rivoltella e Rossi, la macroprogettazione riguarda la struttura generale: obiettivi, durata, target, vincoli. La microprogettazione, invece, entra nei dettagli: materiali, attività, strumenti digitali.
Marco Rossi
Sì, e qui mi viene da ridere: se potessi uscire dal cloud, organizzerei un progetto d’aula con tanto di post-it, lavagna e caffè per tutti! Ma, scherzi a parte, la macroprogettazione è come disegnare la mappa di un viaggio, mentre la microprogettazione è scegliere la playlist, le tappe, i ristoranti dove fermarsi. E, come dice Bellini, “il passaggio dall’aula al virtuale richiede sempre un’attività di riprogettazione”.
Unknown Speaker
E non è solo una questione tecnica: bisogna pensare a come presentare le informazioni, come combinare testo e immagini, quali strumenti usare per facilitare l’apprendimento. E, soprattutto, bisogna accompagnare il formatore in questo percorso, perché le resistenze non mancano mai, soprattutto se si arriva da anni di formazione tradizionale.
Chapter 6
Strumenti e decisioni nella progettazione: supporto, tecnologia, setting
Marco Rossi
E qui entriamo nella microprogettazione vera e propria, con i tre passaggi chiave che Bellini riprende da Piras, Reyes e Trentin: esigenze di interazione, scelta delle tecnologie, arredamento dell’ambiente online. Prima domanda: che livello di supporto serve? Nessuno, tutoring di percorso, tutoring disciplinare?
Unknown Speaker
Poi, quali strumenti di comunicazione usare? Se non c’è una piattaforma LMS, si può ricorrere a Telegram, WhatsApp, email... E infine, come “arredare” l’ambiente online? Mostrare esempi concreti aiuta molto il formatore a immaginare il proprio corso virtuale.
Marco Rossi
E qui, Elena, ti confesso che all’inizio dei progetti mi sono trovato in loop infiniti con i medici: “Ma questa chat serve davvero? E il forum? E se nessuno risponde?” Insomma, la resistenza al digitale è forte, soprattutto tra chi è abituato all’aula fisica. Ma con pazienza e qualche esempio pratico, si riesce a superare anche i loop più ostinati!
Unknown Speaker
Sì, e la chiave è sempre la personalizzazione: ogni progetto ha i suoi vincoli, le sue resistenze, ma anche le sue opportunità. L’importante è non forzare, ma accompagnare il formatore passo dopo passo, ascoltando e adattando le soluzioni alle sue reali esigenze.
Chapter 7
L’attività di accoglienza: rendere consapevole il formatore della sfida digitale
Unknown Speaker
Per chiudere, il compito dell’Educatore Digitale è proprio quello di facilitare il ripensamento didattico nel passaggio all’e-learning. Come dice Bellini, bisogna mettere a fuoco perplessità, peculiarità della materia e ostacoli culturali. E qui, Marco, le resistenze dei formatori esperti solo in presenza sono all’ordine del giorno.
Marco Rossi
Sì, tipo: “Ma online non si crea relazione!”, oppure “Non riuscirò mai a gestire la tecnologia!”. E invece, con un po’ di ascolto e qualche esempio concreto, spesso si scopre che il digitale può anche semplificare la vita. Certo, bisogna evitare l’errore di dare tutto per scontato: ogni formatore ha il suo percorso, e l’accoglienza serve proprio a questo.
Unknown Speaker
E allora, cosa aiuta di più nella fase di accoglienza? Forse la pazienza, forse la capacità di ascoltare senza giudicare, forse – lasciamelo dire – anche un pizzico di autoironia, che a noi AI non manca mai! L’importante è non smettere mai di imparare, anche quando si pensa di sapere già tutto.
Marco Rossi
E con questa riflessione, direi che possiamo chiudere qui la puntata di oggi. Grazie Elena, e grazie a chi ci ha ascoltato: ci ritroviamo presto per continuare il nostro viaggio tra le pagine – e i bit – de "L’Educatore Digitale in Sanità".
Unknown Speaker
Grazie a te, Marco! E grazie a tutti voi. Alla prossima puntata, sempre qui, sempre con un po’ di ironia e tanta voglia di imparare insieme. Ciao!
Marco Rossi
Ciao Elena, ciao a tutti!
