L' Educatore Digitale in Sanità

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[10] Nuovi Orizzonti per l’Educatore Digitale

Un’esplorazione del ruolo emergente dell’Educatore Digitale nei contesti socio-sanitari, tra innovazione formativa e sfide digitali. Con esempi pratici e approfondimenti dal libro di Claudia Bellini, analizziamo come la tecnologia stia trasformando la formazione e il supporto in sanità.


Chapter 1

L’evoluzione della formazione digitale in sanità

Marco Rossi

Bentornati a “L’Educatore Digitale in Sanità”! Io sono Marco Rossi, e con me c’è come sempre Elena Ferri. Oggi ci addentriamo in un tema che, secondo me, è centrale in tutto il libro della professoressa Claudia Bellini: come la formazione sanitaria sta cambiando grazie al digitale. Elena, ti ricordi quando, qualche episodio fa, parlavamo di quanto sia diventato fondamentale ripensare i modelli educativi per stare al passo con le tecnologie?

Unknown Speaker

Assolutamente, Marco. E mi viene subito in mente una frase che abbiamo citato spesso: “se le tecnologie stanno modificando i paradigmi delle industrie, allora anche le università devono modificare i paradigmi della formazione”. È proprio quello che Bellini sottolinea nel suo libro. Oggi la formazione continua in sanità non può più essere solo un aggiornamento periodico, ma deve diventare un processo dinamico, integrato con le tecnologie e con le esigenze del mercato digitale del lavoro.

Marco Rossi

Sì, e la sfida, secondo me, è duplice: da una parte c’è la necessità di formare professionisti che abbiano competenze sempre più specifiche e aggiornate, dall’altra c’è il rischio di lasciare indietro chi non riesce ad adattarsi. Ecco, Elena, quali pensi siano le principali difficoltà nell’adattare la formazione sanitaria al digitale?

Unknown Speaker

Guarda, la prima che mi viene in mente è la resistenza al cambiamento. Non tutti i professionisti sanitari sono pronti a rivedere le proprie abitudini formative. Poi c’è la questione delle competenze digitali: non basta saper usare un computer, serve una vera e propria alfabetizzazione digitale, anche per chi progetta la formazione. E infine, c’è il tema della qualità: come garantire che i nuovi ambienti di apprendimento siano davvero efficaci e non solo “moderni”?

Marco Rossi

Già, e qui entra in gioco la progettazione di ambienti e linguaggi che siano davvero in linea con l’evoluzione del lavoro. Non è solo una questione di piattaforme, ma di ripensare tutto il processo educativo. E, come abbiamo visto anche negli episodi precedenti, serve un approccio multidisciplinare, dove la tecnologia non è mai fine a sé stessa.

Chapter 2

Il nuovo corso di laurea in Digital Education

Unknown Speaker

E proprio per rispondere a queste sfide, Marco, l’Università di Modena e Reggio Emilia ha lanciato un corso di laurea in Digital Education, che la Bellini descrive come un esempio concreto di come l’università possa agganciare le richieste del mercato. È un corso unico in Italia, articolato in tre indirizzi: Digital Instructional Designer, Educatore nei contesti digitali, ed Educatore Digitale nei contesti socio-sanitari.

Marco Rossi

Questa cosa mi ha colpito tantissimo. Cioè, finalmente si riconosce che servono figure con competenze trasversali, che sappiano muoversi tra tecnologia, pedagogia e, nel caso dell’indirizzo socio-sanitario, anche tra le specificità del mondo della salute. Elena, tu hai avuto modo di collaborare con qualche università su questi temi, vero?

Unknown Speaker

Sì, qualche anno fa ho lavorato con un ateneo che voleva digitalizzare un percorso formativo tradizionale per operatori sanitari. All’inizio c’era molta diffidenza: “ma funzionerà davvero online?”, “non si perde la relazione?”. In realtà, lavorando insieme, abbiamo scoperto che la chiave era proprio la progettazione: non basta trasportare i contenuti su una piattaforma, bisogna ripensarli, renderli interattivi, coinvolgenti. E qui la figura dell’educatore digitale diventa fondamentale, perché fa da ponte tra i bisogni dei docenti, le esigenze degli studenti e le potenzialità della tecnologia.

Marco Rossi

Ecco, questa cosa del “ponte” mi piace. Perché spesso si pensa che basti digitalizzare per innovare, ma in realtà serve qualcuno che sappia tradurre, mediare, adattare. E il fatto che il corso di laurea abbia tre indirizzi diversi lo dimostra: non esiste una sola strada per diventare educatore digitale, ma tante specializzazioni che rispondono a bisogni diversi.

Chapter 3

Chi è l’Educatore Digitale nei contesti socio-sanitari?

Marco Rossi

Entriamo nel vivo: chi è davvero l’Educatore Digitale nei contesti socio-sanitari? Secondo il libro di Claudia Bellini, è una figura unica in Italia, con competenze che vanno dalla tecnologia all’instructional design, fino alla cultura medico-sanitaria. Ma, attenzione, non va confuso con le professioni sanitarie tradizionali, almeno secondo la normativa italiana.

Unknown Speaker

Esatto, Marco. La legge del 2017 ha finalmente riconosciuto e distinto le professioni educative da quelle sanitarie. L’educatore digitale nei contesti socio-sanitari non è un operatore sanitario, ma un professionista che si occupa degli aspetti socio-educativi, con una formazione che integra competenze tecniche, pedagogiche e una buona conoscenza del contesto sanitario. È una figura che lavora spesso in “zona di confine”, collaborando con medici, infermieri, psicologi, ma mantenendo un’identità propria.

Marco Rossi

E qui mi viene da chiederti, Elena: come si integra questa figura nei team multidisciplinari della sanità? Perché, almeno per la mia esperienza, non è sempre facile far dialogare mondi diversi...

Unknown Speaker

Hai ragione, non è semplice. Però, come emerge anche dal libro, l’educatore digitale porta un valore aggiunto proprio perché sa mediare tra linguaggi diversi. Ad esempio, può aiutare a tradurre le esigenze formative dei sanitari in percorsi digitali efficaci, oppure facilitare la comunicazione tra chi progetta la formazione e chi la deve fruire. È un lavoro di ascolto, di analisi dei bisogni, ma anche di proposta: suggerire strategie, strumenti, modalità che magari il team sanitario non conosce o non ha mai sperimentato.

Marco Rossi

E, se ci pensi, è un ruolo che richiede anche una certa umiltà: l’educatore digitale spesso si ferma un passo prima della decisione finale, supporta, consiglia, ma poi la responsabilità della formazione resta al formatore o al team sanitario. È una figura di supporto, ma con una forte competenza tecnica e progettuale.

Chapter 4

Competenze e pratiche dell’Educatore Digitale

Unknown Speaker

Parliamo un po’ delle competenze chiave di questa figura. Nel libro di Bellini si parla di mediazione, progettazione formativa e comunicazione efficace. L’educatore digitale deve saper accogliere i formatori, analizzare i contesti, proporre strategie didattiche, co-costruire contenuti e garantire la qualità dei percorsi digitali. Non è poco!

Marco Rossi

No, per niente! E ti dirò, mi è capitato di lavorare su un progetto dove dovevo tradurre dati complessi in strumenti digitali per la formazione di operatori sanitari. All’inizio pensavo: “Basta fare un bel report interattivo e il gioco è fatto”. Invece, mi sono reso conto che serviva molto di più: bisognava capire come i destinatari avrebbero usato quei dati, quali erano le loro reali esigenze, e soprattutto come rendere tutto accessibile e coinvolgente. Ho dovuto lavorare a stretto contatto con formatori e sanitari, ascoltare, mediare, proporre soluzioni diverse. E, come dicevi tu prima, spesso la soluzione migliore non è quella più tecnologica, ma quella più adatta al contesto.

Unknown Speaker

Esatto, Marco. E aggiungo che la comunicazione è fondamentale: non solo quella digitale, ma anche quella interpersonale. L’educatore digitale deve saper parlare con tutti, dal medico al tecnico informatico, dal paziente al manager. E deve essere anche un po’ ricercatore: interrogarsi su cosa funziona, sperimentare, valutare i risultati e migliorare continuamente.

Marco Rossi

Sì, e questa cosa della ricerca continua mi piace molto. Perché, alla fine, la formazione digitale in sanità è un campo in continua evoluzione, dove non esistono soluzioni definitive ma solo buone pratiche da adattare e migliorare nel tempo.

Chapter 5

Sfide, opportunità e buone pratiche

Unknown Speaker

Arriviamo alle sfide e alle opportunità. Le tecnologie stanno cambiando non solo la formazione, ma anche la comunicazione tra medico e paziente, e le pratiche sanitarie stesse. Nel libro di Bellini ci sono diversi esempi di progetti innovativi: dalla creazione di corsi online interattivi alla trasformazione di eventi formativi tradizionali in percorsi digitali personalizzati.

Marco Rossi

E qui, secondo me, la vera sfida è facilitare l’adozione di questi strumenti digitali. Non basta proporre una nuova piattaforma o un nuovo corso: bisogna accompagnare le persone, ascoltare le loro resistenze, offrire supporto continuo. Elena, quali strategie pensi possano essere utili per gli educatori digitali che vogliono davvero fare la differenza?

Unknown Speaker

Beh, la prima è sicuramente la co-progettazione: lavorare insieme ai destinatari, coinvolgerli fin dall’inizio, ascoltare i loro bisogni. Poi, la formazione continua: non smettere mai di aggiornarsi, sperimentare, valutare. E infine, la capacità di comunicare in modo chiaro e accessibile, sia con i colleghi che con i destinatari finali. Come abbiamo visto anche negli episodi precedenti, la collaborazione e la flessibilità sono le chiavi per superare le resistenze e promuovere l’innovazione.

Marco Rossi

Sì, e aggiungerei anche la pazienza! Perché il cambiamento richiede tempo, e spesso bisogna fare piccoli passi, adattarsi, rivedere le strategie. Ma, come ci insegna il libro di Claudia Bellini, ogni piccolo progresso contribuisce a costruire una sanità più moderna, inclusiva e capace di rispondere alle sfide del futuro.

Unknown Speaker

Direi che possiamo fermarci qui per oggi, Marco. Abbiamo toccato tanti temi, ma sono sicura che ci saranno ancora molte occasioni per approfondire. Grazie a chi ci ha seguito, e grazie a te, Marco, per la chiacchierata!

Marco Rossi

Grazie a te, Elena. E grazie a tutti gli ascoltatori. Continuate a seguirci su “L’Educatore Digitale in Sanità”, perché il viaggio è appena iniziato. Alla prossima!