L' Educatore Digitale in Sanità

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[06] Progettare la Formazione Digitale in Sanità

Esploriamo i modelli chiave per la formazione in sanità, dal metodo Guilbert all'approccio digitale, e analizziamo le sfide e opportunità dell'educazione digitale nel settore sanitario. Marco e Elena guidano il dialogo attraverso esempi concreti e riflessioni tratte dal libro della prof.ssa Bellini.


Chapter 1

La spirale di Guilbert: Fondamenti e Applicazioni

Marco Rossi

Ciao a tutti e bentornati a "L'Educatore Digitale in Sanità", il podcast dove esploriamo il libro della professoressa Claudia Bellini. Oggi ci concentriamo sugli ultimi due paragrafi del secondo capitolo, che è davvero ricco di spunti pratici e teorici.

Unknown Speaker

Ciao Marco, ciao a tutti! Sì, oggi parliamo di un modello che, anche se non è nuovissimo, resta super attuale: la spirale di Guilbert. È una guida in quattro fasi per progettare la formazione in sanità, e secondo me è ancora una delle basi più solide per chi lavora in questo campo.

Marco Rossi

Sì, e la cosa interessante è che non si tratta solo di trasmettere informazioni, ma di creare motivazione, lavorare sulle competenze, e soprattutto risolvere problemi reali. La prima fase della spirale, se non sbaglio, è proprio l’individuazione dei problemi prioritari di salute, giusto?

Unknown Speaker

Esatto! Si parte sempre da lì: c’è un problema di salute che va affrontato? Se sì, allora si definiscono gli obiettivi formativi. E questa analisi del contesto è fondamentale, perché un progetto formativo nasce solo se c’è davvero un bisogno concreto.

Marco Rossi

Poi la seconda fase, che secondo me è quella che spesso viene sottovalutata, è la pianificazione della valutazione. Cioè, già all’inizio bisogna chiedersi: come faccio a capire se gli obiettivi sono stati raggiunti? Quali strumenti uso per valutare?

Unknown Speaker

Sì, e qui mi viene in mente un progetto che ho seguito in ospedale qualche anno fa. Avevamo introdotto una nuova procedura clinica, e solo grazie a una valutazione ben pianificata siamo riusciti a capire dove stavamo sbagliando e a migliorare l’approccio. Senza quella fase, avremmo continuato a ripetere gli stessi errori.

Marco Rossi

E la terza tappa è la pianificazione del programma educativo vero e proprio: quindi scegliere i metodi di insegnamento, costruire il programma, insomma tutta la parte operativa.

Unknown Speaker

E infine, la quarta fase: l’attuazione della valutazione. Qui si applicano davvero gli strumenti che hai pensato prima, e si verifica se la formazione ha avuto un impatto sul problema di partenza. È un ciclo, no? Una spirale, appunto, che si può ripetere e adattare nel tempo.

Marco Rossi

Sì, e questa ricorsività è proprio il punto di forza del modello. Non è un processo statico, ma si adatta ai cambiamenti dei bisogni e delle risorse. E, come dice la Bellini, la formazione deve essere orientata sia ai gruppi che agli individui, sempre con un occhio ai bisogni della comunità.

Unknown Speaker

E anche mantenere il discente attivo, portandolo gradualmente a gestire in autonomia il proprio apprendimento. È un approccio che, secondo me, anticipa molte delle idee che oggi ritroviamo nei modelli digitali.

Chapter 2

Dall’Aula al Digitale: Modelli e Strumenti per l’Educazione Online

Marco Rossi

A proposito di modelli digitali, passiamo all’Online Educational Design. Qui il discorso si sposta: non si parla più solo di programmi, ma di veri e propri progetti formativi, dove il design serve a definire obiettivi, materiali, attività e valutazione in modo molto dettagliato.

Unknown Speaker

Sì, e la differenza principale rispetto ai metodi tradizionali è che nei corsi online tutto deve essere pensato per rendere il discente autonomo. Materiali interattivi, feedback immediati, attività collaborative… tutto serve a favorire l’apprendimento attivo.

Marco Rossi

E qui entra in gioco il modello ADDIE, che secondo me è un po’ la cassetta degli attrezzi di chi progetta e-learning. Analysis, Design, Development, Implementation, Evaluation. Non è un modello rigido, ma una guida flessibile per affrontare problemi complessi.

Unknown Speaker

Esatto, e ogni fase si adatta al contesto. L’analisi dei bisogni, ad esempio, non deve bloccare tutto il processo, ma aiutare a raccogliere le informazioni giuste per partire. Poi si passa alla progettazione degli obiettivi e delle strategie, allo sviluppo dei contenuti, all’implementazione e infine alla valutazione.

Marco Rossi

Mi viene in mente un caso concreto: qualche mese fa ho lavorato su un corso online per infermieri. All’inizio avevamo impostato degli obiettivi troppo generici, ma grazie a una valutazione continua siamo riusciti a ridefinirli e a rendere il corso molto più efficace. È stato un processo iterativo, proprio come suggerisce l’ADDIE.

Unknown Speaker

E questa flessibilità è fondamentale, soprattutto in sanità dove i bisogni cambiano rapidamente. Come abbiamo visto anche negli episodi precedenti, la pandemia ha accelerato tutto questo, costringendoci a ripensare la formazione in modo più dinamico e accessibile.

Marco Rossi

Sì, e anche la collaborazione tra progettisti, docenti e discenti è diventata centrale. Non si può più pensare a un formatore isolato: serve una condivisione di scelte progettuali, come dice la Bellini.

Chapter 3

Competenze Digitali e Nuove Sfide per gli Educatori Sanitari

Unknown Speaker

E qui arriviamo al ruolo dell’educatore digitale, che la professoressa Bellini descrive molto bene. Non è solo una questione di saper usare le tecnologie, ma di saperle integrare in modo efficace nei percorsi formativi.

Marco Rossi

Sì, e le opportunità offerte dalla digitalizzazione sono enormi: accesso a risorse aggiornate, possibilità di personalizzare i percorsi, collaborazione a distanza… Però, come abbiamo già detto in altri episodi, servono competenze nuove, sia tecniche che relazionali.

Unknown Speaker

Assolutamente. Penso a quando abbiamo implementato nuovi strumenti digitali in una clinica: all’inizio c’era entusiasmo, ma poi ci siamo resi conto che servivano aggiornamenti continui e una formazione costante. E la comunicazione nel lavoro di gruppo è cambiata tantissimo: ora bisogna saper gestire chat, piattaforme collaborative, feedback online…

Marco Rossi

E non è sempre facile, eh! A volte si rischia di perdere il contatto umano, oppure di sovraccaricare le persone con troppi strumenti. L’educatore digitale deve trovare il giusto equilibrio, e secondo me è una delle sfide più grandi di oggi.

Unknown Speaker

Sì, e forse la chiave è proprio quella di continuare a formarsi, restare curiosi e aperti al cambiamento. Come dicevamo anche nella scorsa puntata, la formazione digitale non è mai davvero “finita”.

Marco Rossi

Direi che possiamo fermarci qui per oggi. Grazie Elena, come sempre è stato un piacere chiacchierare con te e sviscerare questi temi.

Unknown Speaker

Grazie a te Marco, e grazie a chi ci ha ascoltato. Ci sentiamo presto con un nuovo episodio di "L’Educatore Digitale in Sanità". Ciao a tutti!

Marco Rossi

Ciao Elena, ciao a tutti!