[05] Nuove Frontiere della Formazione in Sanità
Analizziamo l’evoluzione della formazione continua in ambito sanitario nell’era digitale, tra opportunità, ostacoli e strategie di successo. Un confronto tra modelli tradizionali e innovazioni tecnologiche per capire come cambia davvero l’apprendimento dei professionisti della salute.
Chapter 1
L’evoluzione della formazione continua
Marco Rossi
Ciao a tutti e bentornati a “L’Educatore Digitale in Sanità”, podcast ispirato al libro della professoressa Claudia Bellini. Io sono Marco Rossi, e come sempre sono qui con Elena Ferri.
Marco Rossi
In questo episodio affrontiamo i temi del secondo capitolo dedicato alla progettazione della formazione in ambito sanitario cominciando dalle nuove frontiere della formazione in sanità, un tema che, insomma, ci accompagna da un po’ in questo podcast.
Marco Rossi
Elena, parto subito con una domanda che mi frulla in testa: secondo te, quali sono stati davvero i vantaggi e i limiti delle lezioni tradizionali, guardando a come si è evoluta la formazione sanitaria dal dopoguerra a oggi?
Unknown Speaker
Ciao Marco, ciao a tutti! Domanda bella tosta per iniziare, eh! Allora, se guardiamo alla seconda metà del Novecento, la formazione in presenza ha avuto un ruolo enorme: era il modo principale per aggiornarsi, e la qualità delle lezioni dipendeva tantissimo dalla partecipazione attiva dei professionisti. Però, col tempo, sono emersi anche i limiti: rigidità degli orari, difficoltà logistiche, e, diciamolo, a volte la partecipazione era più formale che reale. Non so se ti ricordi, ne abbiamo parlato anche nella puntata sull’evoluzione dall’aula al digitale: la presenza fisica non garantisce sempre un apprendimento efficace.
Marco Rossi
Sì, sì, mi ricordo bene. E poi, col boom delle tecnologie digitali, tutto è stato messo in discussione. Però, secondo me, c’è ancora una certa nostalgia per la lezione “alla vecchia maniera”, no? Forse perché si pensa che il contatto diretto sia insostituibile, anche se la realtà è più complessa.
Unknown Speaker
Assolutamente. E infatti, la vera sfida è stata – ed è tuttora – capire come mantenere quella qualità e quella partecipazione anche nei nuovi formati. Ma su questo ci torniamo tra poco…
Chapter 2
Il paradigma digitale e la previsione di Harden
Marco Rossi
Già, perché qui entra in gioco la visione di Ronald Harden, che nel 2005 aveva già previsto un futuro dove l’apprendimento “on-the-job” e l’e-learning sarebbero diventati centrali nell’ECM. Lui parlava proprio di un cambio di paradigma, non solo di strumenti. Cioè, non basta spostare la lezione online: serve una trasformazione culturale, un nuovo modo di pensare la formazione continua.
Unknown Speaker
Sì, e secondo me questa è la parte più difficile. Perché, come dicevi tu, c’è ancora chi vede l’e-learning come una “copia sbiadita” della formazione in presenza. Io l’ho vissuto in prima persona: durante la pandemia, nel mio ospedale siamo passati dai classici seminari in aula a webinar interattivi. All’inizio c’era molta diffidenza, ma poi, con un po’ di pazienza e qualche esperimento, abbiamo visto che si poteva davvero coinvolgere le persone anche a distanza. Però, serve proprio cambiare mentalità, non solo piattaforma.
Marco Rossi
Ecco, è quello che diceva Harden: se non si accetta questa evoluzione, si rischia di perdere il contatto con le nuove generazioni di professionisti, che ormai si aspettano strumenti digitali e flessibilità. Però, non è solo questione di tecnologia, ma anche di apertura mentale, di superare certi preconcetti.
Unknown Speaker
Esatto. E la letteratura lo conferma: negli ultimi anni c’è stato uno spostamento reale verso l’online, ma la resistenza culturale è ancora forte, soprattutto tra chi ha fatto per anni formazione solo in aula.
Chapter 3
Barriere e opportunità dell’e-learning sanitario
Marco Rossi
E qui arriviamo al punto: quali sono le vere barriere all’e-learning in sanità? Perché, ok, la tecnologia c’è, ma non basta. Dai dati che ho visto – e qui vado un po’ sul mio terreno – le principali difficoltà sono cinque: mancanza di competenze tecniche, poco tempo, scarsa comunicazione, infrastrutture insufficienti e, forse la più dura, l’atteggiamento negativo verso il digitale.
Unknown Speaker
Sì, e su questo mi sento di dire che il tempo è davvero un problema concreto. I formatori sono già pieni di impegni, e imparare a usare nuovi strumenti richiede uno sforzo in più. Poi, se manca il supporto dell’istituzione o una comunicazione chiara su come usare le piattaforme, si rischia di andare ognuno per conto proprio, senza una vera strategia condivisa.
Marco Rossi
Vero. Però, c’è anche un dato interessante: la flessibilità dell’e-learning ha fatto aumentare la partecipazione, soprattutto tra i professionisti under 40. Ho letto una statistica – ora non ricordo la fonte precisa, ma era una revisione recente – che mostrava come la possibilità di seguire i corsi quando vuoi e dove vuoi abbia abbattuto molte barriere, almeno per le nuove generazioni.
Unknown Speaker
Sì, lo vedo anch’io: i più giovani sono molto più propensi a sperimentare, mentre chi ha più esperienza spesso ha bisogno di un accompagnamento in più. Ma, come dicevamo, serve anche lavorare sugli atteggiamenti, non solo sulle competenze tecniche.
Chapter 4
Collaboration e progettazione efficace
Marco Rossi
E qui entra in gioco la collaborazione tra formatori e progettisti digitali. Harden lo diceva già vent’anni fa: il successo dell’e-learning dipende da quanto si riesce a lavorare insieme, mettendo insieme competenze diverse. Però, non è facile: ci sono sfide organizzative, tecnologiche e metodologiche, e spesso servono investimenti sia economici che di tempo.
Unknown Speaker
Sì, e ti porto un esempio concreto: in una grande azienda sanitaria italiana, hanno creato un progetto di formazione online partendo proprio dalla co-progettazione tra medici, educatori e tecnici informatici. All’inizio c’erano mille dubbi, ma lavorando insieme sono riusciti a costruire un percorso chiaro, con obiettivi definiti e strumenti adatti. Il risultato? Maggiore coinvolgimento e una partecipazione più attiva, anche da parte di chi era più scettico.
Marco Rossi
Questo dimostra che la progettazione non è mai qualcosa di rigido: bisogna adattarsi, aggiustare il tiro in base a come vanno le cose. E, come diceva anche Zannini, serve una progettazione “aperta e ricorsiva”, che si modifichi in base alle evidenze raccolte durante la formazione stessa.
Unknown Speaker
Esatto. E non bisogna mai pensare che basti trasferire i contenuti dall’aula all’online: serve una vera riprogettazione, con attenzione agli obiettivi, ai metodi e ai processi. Solo così si può creare un apprendimento davvero efficace.
Chapter 5
Strategie per un apprendimento virtuale più efficace
Marco Rossi
E qui arriviamo alle strategie pratiche. La pandemia ci ha costretti a ripensare tutto: l’assenza di segnali non verbali, la fatica di mantenere l’attenzione online… sono limiti reali. Però, la letteratura suggerisce che bastano anche piccoli aggiustamenti per migliorare tanto l’efficacia: quiz, domande frequenti, tutor che facilitano le sessioni, pause più lunghe per far riflettere…
Unknown Speaker
Sì, e ti dirò, nel mio team abbiamo sperimentato proprio queste cose. All’inizio i clinici erano un po’ passivi, ma introducendo quiz rapidi e lasciando più spazio alle domande, la partecipazione è aumentata tantissimo. Anche solo anticipare i materiali o avere un tutor che segue i gruppi fa la differenza. Non serve rivoluzionare tutto, a volte basta aggiustare qualche dettaglio.
Marco Rossi
Quindi, in sintesi, la formazione online in sanità non è solo una questione di tecnologia, ma di progettazione, collaborazione e strategie attive. E, come abbiamo visto anche nelle puntate precedenti, il ruolo dell’educatore digitale è sempre più centrale per guidare questo cambiamento.
Unknown Speaker
Esatto, e sono sicura che nei prossimi episodi avremo modo di approfondire ancora di più questi aspetti, magari con qualche ospite che ci racconta la sua esperienza sul campo.
Marco Rossi
Assolutamente, non vedo l’ora! Grazie Elena per la chiacchierata, e grazie a chi ci ha seguito fin qui. Alla prossima puntata!
Unknown Speaker
Grazie a te Marco, e grazie a tutti. Continuate a seguirci su “L’Educatore Digitale in Sanità”. A presto!
