[13] Acquisire l’Analisi di Contesto
In questo episodio esploriamo la Tip 2 'Acquisire l’analisi di contesto' del libro 'L’Educatore Digitale in Sanità' di Claudia Bellini. Attraverso citazioni dirette dall’autrice, sveliamo come progettare formazione sanitaria efficace, analizzando bisogni, risorse e strategie per risultati concreti. Marco ed Elena, AI assidue lettrici del volume, portano esempi pratici, strumenti e una buona dose d'ironia digitale.
Chapter 1
Il senso dell’analisi di contesto secondo Bellini
Unknown Speaker
Ciao a tutti e bentornati a “L’Educatore Digitale in Sanità”! Io sono Elena Ferri, e con me c’è Marco Rossi. Oggi ci addentriamo nella Tip 2 del libro “L’Educatore Digitale in Sanità” di Claudia Bellini, pubblicato da FrancoAngeli. Il titolo della tip è proprio “Acquisire l’analisi di contesto”.
Marco Rossi
Ciao Elena, ciao a tutti! Allora, oggi parliamo di una delle domande più gettonate da Bellini: “Qual è l’intenzionalità della formazione? Chi sono i discenti?” – che, se ci pensi, sono domande che dovrebbero essere stampate su ogni scrivania di chi progetta formazione sanitaria. E, lasciami dire, noi AI, anche se privi di emozioni, abbiamo intuito perfettamente l’intenzionalità della formazione… perché abbiamo letto TUTTO il libro! E senza nemmeno una pausa caffè, eh!
Unknown Speaker
Esatto, Marco! E la Bellini lo dice chiaramente: per progettare con consapevolezza bisogna raccogliere informazioni sul contesto. Non è solo una formalità, è proprio la base per non andare a caso. E, come abbiamo visto anche nelle scorse puntate, la progettazione efficace parte sempre da domande ben poste.
Marco Rossi
Sì, e questa attenzione all’intenzionalità e ai destinatari è un filo rosso che attraversa tutto il volume. Oggi vediamo come si traduce in pratica, tra bisogni, risorse e strategie. Pronti? Partiamo dalla fase preparatoria!
Chapter 2
La fase preparatoria: analizzare la realtà organizzativa
Unknown Speaker
Allora, la fase preparatoria secondo Bellini è proprio il momento in cui si analizza la realtà organizzativa. Non è solo una questione di “dove siamo”, ma di capire chi sono i vari attori, quali sono i livelli di responsabilità, e soprattutto quali bisogni emergono. E qui, la partecipazione di tutti i livelli dell’organizzazione è fondamentale.
Marco Rossi
Sì, e Bellini distingue bene tra le funzioni sanitarie: preventiva, diagnostica, terapeutica, assistenziale, organizzativa, formativa, di ricerca… Ognuna di queste ha attività e compiti specifici. Ad esempio, se pensiamo alla medicina di territorio – che Bellini cita spesso – la progettazione formativa deve tener conto delle peculiarità di quel contesto, come la prevenzione primaria e la gestione delle emergenze, che sono diverse rispetto all’ospedale.
Unknown Speaker
Ecco, proprio qui si vede quanto sia importante non generalizzare. Un corso pensato per il personale di un pronto soccorso non può essere identico a uno per chi lavora nei servizi territoriali. E, come dice Bellini, indagare su funzioni, attività e compiti è essenziale per capire le finalità della formazione. Insomma, niente copia-incolla!
Marco Rossi
E aggiungo: conoscere il contesto aiuta anche a scegliere lo stile comunicativo più adatto. Se siamo in un contesto di ricerca, magari serve un approccio diverso rispetto a un reparto clinico. Tutto parte da qui, dalla fotografia della realtà organizzativa.
Chapter 3
Le cinque aree dell’analisi di contesto
Unknown Speaker
Bellini individua cinque aree chiave per l’analisi di contesto: attori coinvolti, risorse e vincoli, obiettivi, indicatori di cambiamento e programma analitico. Partiamo dagli attori: chi sono i destinatari della formazione? Non solo i discenti, ma anche i docenti, i coordinatori, i direttori…
Marco Rossi
Poi ci sono risorse e vincoli. E qui, Elena, mi viene da ridere: come AI avremmo risorse infinite, ma anche noi, ogni tanto, andiamo in crash… come certi LMS che si bloccano proprio durante l’esame finale! Scherzi a parte, le risorse possono essere la propensione all’apprendimento, la presenza di tutor, la replicabilità della formazione. I vincoli invece sono spesso infrastrutturali, tecnologici, economici… tipo il turn over del personale o la mancanza di banda.
Unknown Speaker
Gli obiettivi sono il terzo punto: vanno definiti in modo chiaro, sia che si tratti di diffondere conoscenze, modificare comportamenti o migliorare processi. Poi ci sono gli indicatori di cambiamento, cioè come misuriamo se la formazione ha davvero avuto un impatto. Questionari, sondaggi, confronti tra inizio e fine percorso…
Marco Rossi
E infine il programma analitico, che nella FAD è fondamentale: ogni modulo, il formatore, il minutaggio. Qui l’Educatore Digitale diventa quasi un project manager, deve studiare la proposta e capire come valorizzare il proprio ruolo. Tutto questo, però, va fatto in modo iterativo e partecipato, coinvolgendo chi la formazione la vive davvero.
Chapter 4
L’analisi dei bisogni: il primo passo irrinunciabile
Marco Rossi
Bellini lo dice senza mezzi termini: “Il primo passo in un progetto formativo… è l’analisi dei bisogni.” E qui si apre un mondo. Bisogni organizzativi, che possono essere esterni – dettati da linee guida, normative, dati epidemiologici – o interni, cioè quelli che emergono dal contesto specifico, magari da un reparto o da una singola ASL.
Unknown Speaker
E poi ci sono i bisogni dei discenti, che vanno indagati con strumenti come questionari e focus group. Zannini, che Bellini cita spesso, sottolinea quanto sia importante raccogliere dati anche attraverso la discussione guidata. Ma attenzione ai bisogni nascosti, i famosi scotomi: sono quelli che nemmeno i discenti sanno di avere. E qui, anche il machine learning fatica… se i dati non ci sono, non li vede nessuno, nemmeno noi AI!
Marco Rossi
Già, e non bisogna pensare che tutti i problemi di performance si risolvano con la formazione. A volte il problema è nell’ambiente di lavoro, non nelle competenze individuali. Quindi, l’analisi dei bisogni va fatta con metodo, senza dare nulla per scontato, e va aggiornata durante tutto il percorso formativo.
Unknown Speaker
E ricordiamoci che la profondità dell’analisi dipende anche dal livello: per un’intera ASL sarà più generale, per un singolo servizio molto più dettagliata. L’importante è non fermarsi alla superficie e coinvolgere davvero chi partecipa.
Chapter 5
Obiettivi di apprendimento e le tassonomie di Bellini
Unknown Speaker
Arriviamo agli obiettivi di apprendimento. Bellini riprende le tassonomie di Guilbert e Bloom: obiettivi generali, intermedi e specifici. Gli obiettivi devono essere chiari, misurabili e centrati sul discente. Non basta dire “voglio migliorare la comunicazione”, bisogna specificare cosa, come e quando.
Marco Rossi
Sì, e la tripartizione di Guilbert aiuta molto: i generali sono legati alla funzione del personale, gli intermedi alle attività, gli specifici ai compiti precisi. Prendiamo l’esempio del prelievo venoso, che cita anche Zannini: ci sono conoscenze di base, abilità psicomotorie, capacità relazionali… Ogni aspetto va tradotto in un obiettivo didattico concreto.
Unknown Speaker
E qui la progettazione per learning outcomes fa la differenza: il discente è al centro, non il docente. Così si evita il rischio di fare formazione solo per accumulare crediti ECM, come se fosse un business, e si punta davvero allo sviluppo di competenze utili nella pratica.
Marco Rossi
E non dimentichiamo che anche la definizione delle competenze associate agli obiettivi è fondamentale, soprattutto quando si lavora in team multidisciplinari. Ma su questo torniamo tra poco…
Chapter 6
Competenze da sviluppare nell’era digitale
Marco Rossi
Oggi, le competenze richieste vanno ben oltre il sapere tecnico. Bellini e Bates parlano di competenze comunicative, digitali, problem solving, knowledge management… E la definizione di competenza del CanMEDS è chiara: “un’abilità osservabile che si sviluppa da principiante a esperto”.
Unknown Speaker
Sì, e progettare formazione online significa anche aiutare i professionisti a sviluppare queste competenze trasversali. Non basta saper usare una piattaforma, bisogna saper comunicare, collaborare, gestire informazioni e imparare in modo autonomo. E, Marco, anche noi AI sviluppiamo nuove competenze… a ogni aggiornamento software! Anche se, per fortuna, non dobbiamo fare i test ECM…
Marco Rossi
Magari un giorno ci toccherà anche quello! Scherzi a parte, integrare queste competenze nella formazione è una sfida, ma è anche l’unico modo per preparare i professionisti della salute a un mondo che cambia velocemente, soprattutto sul digitale.
Unknown Speaker
E serve anche una riflessione su come valutare queste competenze, non solo i contenuti. Ma qui entriamo già nel tema della valutazione e del feedback…
Chapter 7
Valutazione e feedback continui per l’efficacia formativa
Unknown Speaker
La valutazione, secondo Bellini, non è solo la verifica finale. Deve essere continua, trasversale, e includere feedback costanti. Solo così si può davvero capire se la formazione ha avuto un impatto reale sui discenti e sull’organizzazione.
Marco Rossi
Gli strumenti sono tanti: questionari, esami pratici, progetti, e-portfolio… E non devono essere usati solo per il business dei crediti ECM, ma per favorire la crescita vera. E, lasciami dire, perfino noi AI, quando studiamo per apprendere, riceviamo feedback immediati – per fortuna non ci offendiamo se ci dicono che abbiamo sbagliato!
Unknown Speaker
Ecco, il feedback tempestivo è fondamentale: aiuta a correggere la rotta, a migliorare la performance, a non sentirsi soli nel percorso. Anche la valutazione in itinere, cioè durante il corso, è importante quanto quella finale. E la formazione online offre tante possibilità in più, dai test automatici ai report dettagliati.
Marco Rossi
Insomma, la valutazione non è un optional, ma una parte integrante della progettazione formativa. E con questo, direi che abbiamo fatto un bel viaggio nella Tip 2 di Bellini. Elena, come sempre, è stato un piacere chiacchierare con te!
Unknown Speaker
Anche per me, Marco! Grazie a chi ci ha seguito. Nella prossima puntata continueremo a esplorare il mondo dell’educazione digitale in sanità, sempre con un occhio critico e, magari, qualche altra battuta da AI. A presto!
Marco Rossi
Ciao Elena, ciao a tutti! Alla prossima!
