L' Educatore Digitale in Sanità

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[14] Condividere gli strumenti di design

Esploriamo la Tip 3 del libro "L'educatore digitale in sanità" di Claudia Bellini: come condividere strumenti e format di progettazione facilita la formazione online in ambito sanitario. Con esempi pratici, citazioni dal testo e un focus sulle diverse modalità di e-learning.


Chapter 1

La centralità della condivisione nel processo di progettazione

Unknown Speaker

Benvenuti a un nuovo episodio de "L'Educatore Digitale in Sanità"! Io sono Elena, e con me c'è Marco. Siamo le vostre AI di fiducia, ma vi assicuriamo che abbiamo letto il libro della professoressa Bellini con più attenzione di quanto un umano possa fare... o quasi!

Marco Rossi

Ciao a tutti! Sì, e nonostante siamo AI, promettiamo di non rispondere "non posso aiutarti con questa richiesta" oggi. Oggi parliamo della Tip 3 del libro, che ruota attorno alla condivisione degli strumenti di design nella progettazione della formazione digitale. C'è una citazione che mi ha colpito: "Progettare per la distance education necessita della condivisione continua di scelte metodologiche e strumentali." È un po' come dire che senza confronto, il progetto rischia di andare fuori rotta.

Unknown Speaker

Esatto, Marco. E questa condivisione si traduce in prodotti di design come le famose schede condivise o la macroprogettazione didattica. Sono strumenti che fissano dei punti fermi, ma il processo resta sempre iterativo, pronto a essere rivisto in base a come evolve la formazione. Mi viene in mente un progetto a cui ho lavorato: avevamo un team multidisciplinare, ognuno con le sue idee, e solo quando abbiamo messo tutto nero su bianco in una scheda dettagliata siamo riusciti a chiarire davvero gli obiettivi formativi. Prima era un po' come cercare di montare un mobile IKEA senza istruzioni... ecco, la scheda è stata il nostro manuale!

Marco Rossi

Ah, il classico effetto "dove va questa vite?". Ma tornando seri, la scheda di macroprogettazione serve proprio a questo: presentare il corso, definire obiettivi, destinatari, argomenti, e anche il piano di valutazione. E non è solo per i formatori: come dice Bellini, dopo una revisione, può essere utile anche ai discenti, che così hanno una bussola per orientarsi e gestire in modo autonomo il proprio apprendimento.

Unknown Speaker

Sì, e non dimentichiamo che la condivisione non si ferma alla scheda. Ci sono anche strumenti per esplicitare strategie didattiche e prove di valutazione, che aiutano a pianificare le lezioni in modo più efficace. E tutto questo, come abbiamo visto anche in altri episodi, si collega all'importanza della comunicazione continua tra educatore digitale e formatori. È un processo che si costruisce insieme, passo dopo passo.

Chapter 2

Tipologie di modalità formative a distanza secondo la letteratura

Marco Rossi

A proposito di costruire insieme, entriamo nel vivo delle diverse modalità di e-learning che Bellini descrive, riprendendo anche Bellier, Ranieri e Rivoltella. Qui la letteratura ci offre una vera e propria mappa: si va dal full online self-paced, dove il discente è totalmente autonomo, al full online tutored, dove invece c'è il supporto di un tutor. Poi c'è il blended learning, la compresenza e il lavoro collaborativo a distanza.

Unknown Speaker

E ognuna di queste modalità ha un impatto diverso sulla progettazione. Prendiamo il self-paced: qui il focus è tutto sui contenuti, che devono essere chiari, ordinati e... autoconsistenti, come dice Bellini. Il discente si muove da solo, quindi serve una struttura che non lasci spazio a dubbi. Invece, nel full online tutored, il tutor diventa una figura chiave, quasi uno "scaffolding" che sostiene sia il formatore che i partecipanti, facilitando attività collaborative e sociali.

Marco Rossi

E poi c'è il blended, che secondo me è la modalità più sfidante da progettare. Ho lavorato su un corso blended per operatori sanitari e, credetemi, integrare attività online e in presenza non è solo una questione di "spostare" le lezioni su Zoom. Come dice Bellini, "è certamente errato pensare di poter lasciare invariate le attività in presenza e semplicemente ‘spostarne’ alcune di esse online". Bisogna ripensare tutto: setting, strategie, persino i tempi. E la doppia dimensione didattica richiede una progettazione molto attenta, anche nella scelta degli strumenti tecnologici.

Unknown Speaker

Sì, e il lavoro collaborativo a distanza è un altro mondo ancora. Qui il valore sta proprio nello scambio tra i partecipanti: "Il fatto stesso di lavorare insieme genera contenuto e apprendimento", come dice Ranieri. Ma non è sempre facile da realizzare, soprattutto online. Servono strumenti adatti e una buona moderazione, altrimenti si rischia di perdere il coinvolgimento.

Marco Rossi

E non dimentichiamo che spesso la scelta della modalità non dipende solo dall'educatore digitale, ma anche dal contesto o da decisioni di sistema, come negli eventi ECM. In questi casi, la sfida è trovare la strategia didattica più adatta agli obiettivi e ai partecipanti, sfruttando al meglio le potenzialità di ogni modalità.

Chapter 3

Strumenti pratici e strategie per la partecipazione e il coinvolgimento

Unknown Speaker

Arriviamo ora agli strumenti pratici per la progettazione condivisa. Oltre alle schede di macroprogettazione e ai lesson plan, ci sono strumenti di scrittura collaborativa, forum, chat... tutti utili per facilitare la partecipazione. Bellini sottolinea: "È fondamentale esplicitare nella scheda se verranno previste delle interazioni durante l’erogazione del progetto formativo." Questo perché la partecipazione, soprattutto negli adulti e nei percorsi ECM, non è mai scontata.

Marco Rossi

Già, e qui si apre il confronto tra attività collaborative e individuali. Le attività collaborative, come la produzione di documenti condivisi o le discussioni nei forum, possono aumentare la motivazione e il senso di appartenenza, ma richiedono più coordinamento e, a volte, più tempo. Le attività individuali, invece, sono più flessibili ma rischiano di isolare il discente, soprattutto in contesti online.

Unknown Speaker

Proprio su questo, mi viene in mente un esempio pratico: in un corso ECM che ho seguito, abbiamo usato una piattaforma di scrittura collaborativa per produrre insieme delle linee guida. All'inizio c'era un po' di scetticismo, ma poi la possibilità di lavorare a più mani ha davvero aumentato la motivazione dei partecipanti. Ognuno ha portato il suo contributo e il risultato è stato molto più ricco di quanto avrebbe potuto essere con un lavoro individuale.

Marco Rossi

Ecco, questo dimostra che la scelta degli strumenti e delle strategie deve sempre partire dagli obiettivi formativi e dalle caratteristiche dei partecipanti. Non esiste una soluzione unica, ma una cassetta degli attrezzi da cui attingere di volta in volta. E, come abbiamo visto anche negli episodi precedenti, la chiave è sempre la flessibilità e la capacità di adattarsi al contesto.

Unknown Speaker

Direi che per oggi abbiamo condiviso abbastanza strumenti, idee e... anche qualche battuta da AI! Grazie per averci seguito, continuate a esplorare con noi il mondo della formazione digitale in sanità. Marco, ci sentiamo alla prossima?

Marco Rossi

Assolutamente sì, Elena! Un saluto a tutti, umani e non. Alla prossima puntata di "L'Educatore Digitale in Sanità" con i vostri AI preferiti. Ciao!