L' Educatore Digitale in Sanità

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[03] Dossier Formativo e ECM: Origini, Strumenti e Innovazione

Esploriamo la nascita e l’evoluzione del sistema ECM, il ruolo centrale del Dossier Formativo e l’importanza dell’educazione digitale nella formazione continua in sanità. Marco e Elena leggono e commentano i passaggi chiave del libro della prof.ssa Claudia Bellini, con esempi pratici e riflessioni sul futuro della professione sanitaria.


Chapter 1

Le origini dell’ECM

Unknown Speaker

Ciao a tutti e bentornati a "L’Educatore Digitale in Sanità". In questo episodio continueremo la lettura del libro "L' Educatiore Digitale in Sanità" scritto dalla professoressa Claudia Bellini e ci focalizzeremo sul sistema dell' ECM, ossia dell'Educazione Continua in Medicina.

Unknown Speaker

Io sono Elena Ferri, e come sempre sono qui con Marco Rossi. Marco, ti ricordi quando hai sentito parlare per la prima volta di ECM?

Marco Rossi

Ciao Elena, ciao a tutti! Sì, guarda, per me è stato quasi un passaggio obbligato quando ho iniziato a lavorare in ospedale. Ma, se devo essere sincero, all’inizio non avevo ben chiaro il perché di tutta questa struttura. Mi sembrava solo un altro sistema di crediti da accumulare. Poi, leggendo la Bellini, ho capito che dietro c’era una vera rivoluzione culturale. Tu invece?

Unknown Speaker

Io me lo ricordo benissimo, era durante una lezione universitaria. Il professore ci parlava di questa novità, l’ECM, e tra noi studenti c’era una curiosità pazzesca. Sembrava quasi una cosa futuristica, l’idea che la formazione non finisse mai, che dovessimo aggiornarci per tutta la vita. E in effetti, come dice la professoressa Bellini, l’ECM nasce proprio per rispondere a un bisogno: garantire che i professionisti sanitari siano sempre aggiornati, per la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure.

Marco Rossi

Sì, e se ci pensi, è un po’ quello di cui abbiamo parlato anche nella scorsa puntata, no? L’importanza della formazione continua, soprattutto con tutte le innovazioni digitali che stanno cambiando il nostro lavoro. Però, Elena, secondo te quali sono stati i veri ostacoli all’inizio? Perché non è che sia stato tutto rose e fiori, eh.

Unknown Speaker

No, assolutamente. Gli ostacoli principali, secondo me, sono stati due: da una parte la resistenza al cambiamento, che è sempre forte in ambito sanitario, e dall’altra la difficoltà di strutturare un sistema che fosse davvero efficace e non solo burocratico. Cioè, non bastava dire “dovete aggiornarvi”, bisognava anche creare strumenti concreti, come appunto il Dossier Formativo di cui parleremo tra poco.

Marco Rossi

E poi c’era anche la questione della motivazione, no? Perché se la formazione viene percepita solo come un obbligo, rischia di diventare una formalità. Invece l’idea era proprio quella di mettere il professionista al centro, di dargli strumenti per crescere davvero. E qui entra in gioco il Dossier Formativo, che secondo me è una delle innovazioni più interessanti.

Chapter 2

Il Dossier Formativo: Strumenti e Pratiche

Marco Rossi

Allora, il Dossier Formativo nasce con l’Accordo Stato-Regioni del 2017, che ha dato una bella spinta alla programmazione della formazione continua. In pratica, è uno strumento che permette al professionista sanitario di pianificare e verificare il proprio percorso formativo, sia come singolo che come parte di un gruppo. E questa cosa, secondo me, cambia proprio la prospettiva.

Unknown Speaker

Sì, perché non si tratta solo di accumulare crediti, ma di costruire un percorso coerente con il proprio profilo professionale. E la cosa interessante è che esistono due tipi di dossier: quello individuale, che ognuno può personalizzare in base ai propri bisogni, e quello di gruppo, che invece risponde alle esigenze di un team o di un reparto. Così si tiene conto sia delle necessità personali che di quelle collettive.

Marco Rossi

Esatto! E ti dirò, nella mia azienda ospedaliera abbiamo proprio sperimentato la personalizzazione del dossier. Ad esempio, nel nostro reparto di medicina interna, abbiamo creato un dossier di gruppo che rispondeva alle priorità individuate dall’azienda, ma ognuno di noi ha anche integrato il proprio dossier individuale con corsi specifici, tipo sulla gestione dei dati clinici digitali. Così si riesce a bilanciare le esigenze del gruppo con quelle del singolo.

Unknown Speaker

Questa è una cosa che mi piace molto, perché permette di valorizzare sia l’autonomia sia la collaborazione. E poi, come dice la Bellini, il dossier non è solo un elenco di corsi, ma uno strumento di gestione vera e propria: serve a programmare le attività triennali e a valutare se quello che si è pianificato è stato davvero realizzato. E qui entrano in gioco anche gli Uffici Formazione delle aziende sanitarie, che supportano la compilazione e la gestione dei dossier, soprattutto quelli di gruppo.

Marco Rossi

Sì, e non dimentichiamo che il dossier è collegato anche al piano formativo aziendale e al modello di relazione sulla formazione continua. Insomma, è un sistema integrato che coinvolge diversi attori: il singolo professionista, il gruppo, gli uffici formazione, e anche i provider che organizzano i corsi. E tutto questo, secondo me, rende la formazione molto più dinamica e adattabile.

Unknown Speaker

Ecco, proprio questa flessibilità è la chiave. Perché ogni professionista ha esigenze diverse, e il dossier permette di rispondere a queste differenze. E poi, con la digitalizzazione, la gestione dei dossier è diventata molto più semplice: basta accedere al portale Co.Ge.A.P.S. e si può monitorare tutto in tempo reale. Un bel passo avanti rispetto a quando si faceva tutto su carta!

Chapter 3

Obiettivi Formativi e Innovazione Digitale

Unknown Speaker

Parlando di obiettivi formativi, dopo l’Accordo del 2017 c’è stata una vera riorganizzazione. Gli obiettivi sono stati suddivisi in tre macro aree: tecnico-professionali, di processo e di sistema. E questa classificazione, secondo me, aiuta a dare un senso più chiaro alla programmazione della formazione.

Marco Rossi

Sì, e se ci pensi, ogni area risponde a un’esigenza diversa. Quelli tecnico-professionali sono più specifici per la singola professione, quelli di processo riguardano il lavoro in team e il miglioramento dei processi, mentre quelli di sistema sono trasversali, tipo la sicurezza, l’etica, la gestione dei dati. E qui la digitalizzazione ha avuto un impatto enorme, perché molti obiettivi oggi includono competenze digitali che prima non erano nemmeno considerate.

Unknown Speaker

Esatto, e la Bellini lo sottolinea bene: gli obiettivi non sono statici, ma si evolvono nel tempo, proprio per rispondere ai cambiamenti del sistema sanitario. Ad esempio, oggi tra gli obiettivi troviamo la sanità digitale, l’informatica avanzata, la privacy. E la selezione degli obiettivi, quando si programma un evento ECM, avviene tramite un’interfaccia online dove il responsabile scientifico deve scegliere quelli più adiacenti all’intenzionalità formativa. Non è sempre facile, eh, perché la realtà è complessa, ma è fondamentale per garantire una formazione davvero efficace.

Marco Rossi

E qui mi viene da pensare a quanto abbiamo discusso nella prima puntata, sul ruolo dell’educatore digitale. Oggi chi progetta la formazione deve conoscere bene questi obiettivi, ma anche saperli declinare in chiave digitale. Perché ormai la formazione passa sempre di più attraverso piattaforme online, webinar, corsi FAD. E questo, secondo me, apre scenari nuovi anche per il futuro della formazione continua.

Unknown Speaker

Sì, e ti racconto un’esperienza recente: ho seguito un corso ECM online che ha permesso a tanti colleghi, anche di piccole realtà, di accedere facilmente all’aggiornamento. Prima sarebbe stato impensabile, soprattutto per chi lavora in zone periferiche. La digitalizzazione ha abbattuto molte barriere, anche se ovviamente ci sono ancora sfide da affrontare, come la qualità dei contenuti e l’interazione tra partecipanti.

Marco Rossi

Sono d’accordo, e penso che il futuro sarà sempre più orientato a una formazione personalizzata, flessibile e digitale. Ma, come dicevamo, serve anche una regia attenta, che sappia integrare le esigenze dei professionisti con quelle del sistema. E qui il ruolo dell’educatore digitale diventa centrale.

Unknown Speaker

Assolutamente. E direi che su questo possiamo chiudere la puntata di oggi. Abbiamo visto come l’ECM sia nato, come si sia evoluto con strumenti come il Dossier Formativo, e come la digitalizzazione stia cambiando tutto il panorama della formazione continua. Marco, grazie come sempre per le tue riflessioni!

Marco Rossi

Grazie a te Elena, e grazie a chi ci ha ascoltato. Nelle prossime puntate continueremo a esplorare questi temi affrontati nel libro "L' Educatore Digitale in Sanità" di Claudia Bellini, magari entrando ancora di più nel concreto delle pratiche digitali. Un saluto a tutti!

Unknown Speaker

Ciao Marco, ciao a tutti e alla prossima!